Talamello è un piccolo borgo medievale incastonato nel verde e seduto sulle pendici del Monte Pincio, che nella sua quiete nasconde tesori d’arte sacra e della terra. Talamello ha fatto parte dei possedimento della chiesa feretrana fino al 1226. Riconquistata dallo Stato Pontificio, la città fu assegnata come feudo al conte Uguccione della Faggiola. Dopo pochi lustri, Talamello fu acquistata da Galeotto Malatesta nel 1390, entrando così a far parte degli ampi possedimenti dei signori di Rimini. Fu proprio durante la signoria dei Malatesta che fu chiamato uno dei più famosi pittori dell’epoca, Antonio Alberti da Ferrara, ad affrescare la magnifica Cella del cimitero, attigua alla Chiesa di San Lorenzo. Dopo i contrasti con la Chiesa, Papa Pio II sottrasse il borgo a Sigismondo Pandolfo Malatesta, assegnandolo come feudo ai conti Guidi di Bagno di Romagna e ai Malatesta di Sogliano verso la fine del Quattrocento. Sotto questo governo si comincia a produrre polvere da sparo presso vari mulini; attività questa che si è protratta per ben cinque secoli, fino agli anni ’50 e di cui sono rimaste solo due testimonianze in località Campiano, dove sono ancora visibili due depositi ottagonali, del XIX e XX secolo. Il centro di questo paesino conserva ancora diversi scorci del proprio passato, come la fontana nella piazza principale, o il bel Palazzo Rusticucci, coronato da eleganti merli. Ma Talamello è nota soprattutto agli amanti della buona tavola per quello che il poeta e sceneggiatore Tonino Guerra definì “l’Ambra di Talamello”, vale a dire il “Formaggio di fossa”. Ogni autunno si svolge una fiera dedicata all’Ambra di Talamello, ma se capitate in altra stagione potrete sempre gustarlo e anche acquistarlo presso la Locanda dell’Ambra, che si trova proprio sulla piazza centrale del paese. Gli interni di questa locanda (in cui è possibile anche pernottare) sono stati ricavati da spazi che anticamente facevano parte delle occulte del castello, ormai scomparso. Al suo interno è possibile vedere anche le fosse del formaggio. A fiancheggiare la caciotta, Talamello offre un altro prodotto d’eccellenza, le castange della Valmarecchia. Basta salire a piedi verso il Monte Pincio attraversando il suo castagneto secolare per rendersi conto della ricchezza di questo territorio. Talamello: i due illustri personaggi della contemporaneità, il musicista Amintore Galli, autore dell’Inno dei Lavoratori, e il pittore Fernando Gualtieri di cui si conserva una mirabile collezione all’interno del Museo Pinacoteca Gualtieri.
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